Saturday, December 30, 2006,6:09 AM
Salviamo la Pacha Mama
Nell'ambito del progetto "Salviamo la Pacha Mama", l’ AINRaM (Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo) Marche, in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze e di Storia e Filosofia del “Liceo Scientifico T.C.Onesti” di Fermo, organizza Giovedì 10 gennaio 2007, alle ore 8,30, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico T.C.Onesti di Fermo la conferenza scientifica

"CAMMINO AMAZZONICO: VIAGGIO NATURALISTICO NEL POLMONE DEL MONDO"

relatore
Prof. Massimo Mazzini
Professore di Zoologia presso l’Università della Tuscia – Viterbo

interverranno
Sonia Lattanzi, Presidente dell’AINRaM Marche
Licia Canigola, Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Ascoli Piceno

Siete tutti invitati!
 
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Thursday, December 21, 2006,12:35 PM
lettera
Cari Amici,

chi vi scrive è Sonia Lattanzi, Presidente da un anno dell’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo – Marche.
Finora il caro Don Franco vi ha tenuto aggiornati su tutti i progetti e le realizzazioni internazionali, le aspettative e le speranze che ruotano intorno a questa Associazione.
Adesso che si avvicina la fine dell’anno 2006 ho voluto “prendere la parola” io per raccontarvi e trasmettervi come è trascorso questo anno che segna il decimo anniversario dei Ragazzi del Mondo delle Marche.
Come sapete la Comunità di Capodarco di Fermo ci ha affidato in comodato d’uso il bellissimo seppur faticoso Palazzo Monti di Servigliano che spero abbiate visitato o verrete a visitare presto.
Uso l’aggettivo “faticoso” perché le spese e le forze impiegate sono sempre tante per la pulizia, per i consumi e per renderlo sempre più accogliente. Nello stesso tempo non può che essere “bellissimo”, come confermato dalle persone che lo frequentano e che sanno in quale grande progetto è coinvolto: divenire il centro propulsore della cooperazione decentrata e dell’educazione alla mondialità dei giovani.
Infatti, grazie a questa struttura, è stato possibile allacciare i contatti prima di tutto con l’accogliente paese di Servigliano, quindi con il Comune e poi con la Provincia con cui si sta collaborando proprio per dare inizio al coordinamento tra le associazioni, i Comuni e gli enti presenti nel territorio.

È stato un anno di rodaggio prima di tutto per me, che a 24 anni, dopo aver conosciuto l’associazione nel 1999 e aver partecipato ai viaggi in Brasile nel 2001 e in Ecuador nel 2005, voglio credere nella forza che nasce dallo stare insieme, dalla condivisione e dallo scambio di emozioni che si viene a creare tramite il contatto con la gente dei paesi del Sud del mondo: su questo, semplicemente, ho voluto basare ogni mia azione.

In secondo luogo un anno di rodaggio per le persone nuove e non che si sono sempre di più avvicinate all’Associazione e con cui si è creato un affiatamento tale da rendere possibile ormai ogni cosa!!!

L’anno 2007 dovrà aprire le porte di Palazzo Monti ai ragazzi che incontriamo nelle scuole, nei convegni e nelle feste e per far trovare loro un ambiente in cui INFORMARSI, tramite una biblioteca multimediale aggiornata; CRESCERE E CONDIVIDERE, grazie ai laboratori che mano a mano attiveremo sui temi dell’ambiente, dell’intercultura e del consumo critico; APRIRSI al mondo vicino e lontano con occhio più critico, grazie alle testimonianze dirette di chi vive in prima persona o che da anni studia i problemi e le ricchezze del Sud del mondo (i ragazzi che verranno a Marzo dall’Ecuador, i professori, i missionari e i giornalisti che incontreremo nel nostro cammino e che saremo capaci di coinvolgere).

Tutto questo serve per costruire una maggiore coscienza del tempo che viviamo e per non perdere mai di vista quello che siamo: uomini, donne, ragazzi e bambini che devono avere gli stessi diritti e la stessa possibilità di vivere e convivere per stare bene tutti insieme su questa “poca” terra.

Spero che il prossimo anno possiate sempre più mettervi in gioco insieme a noi per aiutarci a costruire, con il vostro sostegno, la creatività, la passione quel grande progetto che sin dall’inizio è stato “Noi Ragazzi del Mondo”.

Vi auguro un Buon Natale e un altrettanto Buon Anno di cuore



Grottazzolina, 12 Dicembre 2006


Sonia Lattanzi


Per essere continuamente informati sulle attività sul territorio e commentare quello che facciamo abbiamo creato un Blog, una specie di sito continuamente aggiornato da articoli. Ci si accede digitando:
www.palazzomonti.blogspot.com
oltre al sito ufficiale:
www.noiragazzidelmondo.org

Prego chi ha un indirizzo di posta elettronica di comunicarlo scrivendo a:
palazzomonti@gmail.com

per contattarci direttamente:
Segreteria di Palazzo Monti 0734/750261
Sonia Lattanzi 3473863464
Letizia Bellabarba 3394329618
 
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Saturday, December 16, 2006,10:06 AM
Orari mostra ALLA LUNA
È POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA NEI SEGUENTI GIORNI DI APERTURA

da GIOVEDI’ 21 a SABATO 23 DICEMBRE
dalle ore 17 alle ore 20
DOMENICA 24
dalle ore 10.30 alle ore 13
MARTEDI’ 26
dalle ore 18 alle ore 22
da GIOVEDI’ 28 a SABATO 30
dalle ore 17 alle ore 20
da VENERDI’ 5 a DOMENICA 7 GENNAIO
dalle ore 17 alle ore 20


INGRESSO LIBERO
 
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Sunday, December 10, 2006,2:11 AM
I 10 anni dell'assoziazione LA LUNA
Il 16 dicembre 2006 alle ore 17.30 verrà presentato al Teatro Comunale di Servigliano
il libro d'arte

ALLA PRIMA LUNA
Versi dedicati agli amici
di Eugenio de Signoribus

Interverranno:
Silvia Cuppini
Enrico Capodaglio
Emanuele Zinato

Leggerà i testi: Piergiorgio Cinì

Alle 19.00 a PALAZZO MONTI verrà inaugurata la mostra con le incisioni degli artisti de "La Luna"

Renato Bruscaglia
Alfredo Bartolomeoli
Antonio Battistini
Pietro Capozucca
Rossano Guerra
Riccardo Piccardoni
Sandro Pazzi
Athos Sanchini
Sandro Trotti
 
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Tuesday, December 05, 2006,1:21 AM
Foto da "Darwin in antartide"

 
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,1:20 AM
La modestia non è più una virtù - di Monica Lanfranco
Non conosco Khalid Chaouki, scrittore e membro della Consulta Islamica (così è presentato su Io donna ), dove ha pubblicato, nella rubrica Lettere al direttore un articolo intitolato Con o senza velo, ma parliamoci a viso scoperto: quello che scrive è importante, e ne vorrei dar conto qui, da donna occidentale e da femminista . Khalid dice che sua moglie porta il velo, il fazzoletto hijab, quello che copre solo i capelli, e che né il padre né lui stesso hanno mai fatto pressione su di lei affinché lo mettesse. Poi continua: "E' un segno di modestia, esprime una ricerca di valori che ci accomuna e che ci ha fatto incontrare. Se la ricerca è libera credo sia del tutto compatibile con la nostra società: io sono cittadino italiano di fede islamica e ringrazio il nostro presidente del Consiglio per la distinzione che ha fatto tra velo e niqab. Ha ragione Prodi: coprire i capelli è questione di scelta personale, ma nascondere il volto va contro le leggi italiane e umilia la natura umana che vuole che ci si incontri guardandosi negli occhi e mostrando la faccia. L'hijab è diffuso in tutto il mondo musulmano, il niqab è la bandiera di una fazione estremamente minoritaria dell'Islam: sta sparendo in Marocco, suscita durissime polemiche in Egitto, è vietato in Tunisia. Perché è così diffuso a Londra, ad Amsterdam o di fronte alla moschea di viale Jenner a Milano? Credo sia un segno di debolezza. Ci si copre la faccia per evitare il confronto. Anche perché se l'obiettivo del velo è proteggere l'intimità della donna, l'effetto della 'copertura integrale' è esattamente l'opposto: un niqab a Piccadilly Circus è come una minigonna nella Kabul dei talebani. Che se ne discuta, quindi. Mi colpisce che da noi il dibattito su questi temi sia molto meno vivace che in tanti paesi musulmani: una studiosa egiziana ha dichiarato in tv che nascondere il volto 'fa schifo', una femminista turca ha addirittura avanzato l'ipotesi che in origine si coprissero così solo le prostitute. Perché in occidente ha sempre la meglio l'autocensura dei benpensanti? Parliamone con libertà e rispetto, ma parliamone. Altrimenti le uniche voci in campo saranno quelle del razzismo leghista e dell'estremismo islamista".

Fin qui l'articolo di Khalid Chaouki, che ha l'enorme pregio di toccare con chiarezza alcuni argomenti e punti dolenti su questo tema così centrale per la nostra società e per il futuro della convivenza civile. Ultimamente la ribalta mediatica in Italia ha usato molto il velo per fare clamore, audience e scandalo, ma quello che mi sembra sia mancato è il punto per me più importante: il velo, o comunque qualunque segno di copertura del corpo femminile, è sintomo trasparente della visione del rapporto tra i due generi; di più, nei paesi dove non esiste separazione tra legge umana e parola divina, dichiara l'esistenza di una perfetta saldatura tra il pensiero patriarcale, tradizionale, e quello religioso che è politico, con pesantissimi risvolti sul godimento di pari diritti e pari opportunità tra donne e uomini. Non rivela, quindi, come ovvio solo una scelta personale, perché non esiste il concetto di scelta se l'appartenenza ad un sesso ti reclude automaticamente in un ruolo. Circa questo aspetto il passaggio sulla 'modestia', citata da Chaouki, è prezioso, perché segnala che se eventualmente qualcuna credeva di essere al sicuro dalla forca caudina della 'natura femminile', che alternativamente ci vuole madonne velate in chiesa e puttane in tv si sbagliava di grosso. In questo oriente e occidente sono ugualmente nemici dell'autodeterminazione: non è casuale che ogni volta che si prova a far passare dichiarazioni e leggi a favore della scelta finale delle donne su questioni come aborto, inviolabilità del corpo e violenza gli oppositori granitici siano sempre i rappresentanti religiosi, di tutte le religioni. Con una aggravante, però, rispetto all'Islam, che non è solo quella alla quale accennavo (l'essere il Corano anche una legge statale): l'aspetto più inquietante, come ha anche sottolineato Khaled Fuad Allam, è che in Europa non c'è una cultura forte e autorevole nelle comunità di fede musulmana che discuta e diffonda, specialmente tra i giovani, un pensiero aperto verso la modernità, il cui tratto principale è caratterizzato dalla libertà e dall'uguaglianza di diritti tra i sessi. Il risultato di questa latitanza di orizzonte formativo e politico è che una giovane donna velata, che pure ha avuto dal padre (presente in studio) il permesso di esporsi in tv a Porta a Porta, per fare da contraltare 'modesto' ad una coetanea marocchina che aveva partecipato a Miss Italia, ha testualmente dichiarato, alla domanda:'Se favorevole o contraria alla lapidazione di una adultera'? " Non rispondo, perché bisogna vedere il contesto".

Ha ragione Chaouki: c'è paura nell'esporsi, da parte di quante ostentano il velo, sia per modestia (che in molte parti del mondo islamico è virtù senza la quale si è condannate a morte) sia per rifiuto dell'occidente, spesso solo ideologico e avversario delle conquiste dei movimenti delle donne e automatismo identitario. Ma se posso azzardare una provocazione a me pare che la paura non sia (solo) delle donne, ma che ci siano gli uomini dietro al velo. La loro paura, che noi occidentali abbiamo già sperimentato da parte dei nostri uomini, padri, fratelli, amanti, fidanzati, mariti e persino figli, di perdere il loro potere secolare sui corpi e le menti delle femmine della loro specie. E' rassicurante, in un mondo sempre più feroce e instabile, sapere che almeno c'è chi si può forgiare, modellare e controllare: la propria moglie, figlia, sorella, madre. Mi sembra che gli uomini che brandiscono religione e abiti muliebri come bandiere politiche contro i diritti, che si ostinano a riproporre come un mantra la naturale divisione tra femminile terra/utero/pace/debolezza e maschile logos/seme/guerra/forza siano un pericolo fortissimo per l'estensione delle libertà di tutti gli esseri umani. Ringrazio di cuore Khalid Chaouki del suo coraggio e della sua chiarezza, e così come lo chiedo ai nativi maschi italiani (alcuni dei quali hanno di recente preso parola pubblicamente contro il persistere della violenza patriarcale in Italia) estendo l'invito anche ai nuovi cittadini maschi di altre religioni e fedi: quando anche nelle vostre fila comincerà una pubblica riflessione che parta da voi sull'oppressione patriarcale nelle vostre comunità?

monica.lanfranco@gmail.com
 
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Monday, December 04, 2006,5:59 AM
riunione
Ci ritroviamo SABATO 9 DICEMBRE ALLE ORE 15.30 A PALAZZO MONTI con il seguente ordine del giorno:

1. bilancio 2006 e prospettive 2007
2. riunione dei soci
3. Mostra a palazzo monti
4.. varie ed eventuali
 
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Friday, December 01, 2006,2:06 AM
1 dicembre WORLD AIDS DAY (di Lorenzo Cherubini)
Oggi è la giornata mondiale dedicata ai malati di AIDS .Nel mondo ogni giorno muoiono 8000 persone per questa che oltre ad essere una malattia che si può prevenire è anche un male che oggi si può trattare grazie ad alcuni farmaci che però nei paesi più colpiti dal virus sono introvabili o troppo costosi.L’AIDS nell’ultimo periodo ha ridotto l’aspettativa di vita in Africa di 7 anni.In quel continente il 19 per cento della popolazione è sieropositivo ma questa non deve essere cosiderata una situazione irreversibile.E’ una grande emergenza e sono tante le cose che si possono fare.Alcune si sono fatte ma è troppo poco,è veramente troppo poco.L’Italia è tra I paesi che nel 2001 si sono mossi per creare il FONDO GLOBALE PER LA LOTTA ALL’AIDS ma finora ha versato solo una piccola parte del denaro promesso (mancano ancora 20 milioni di euro per il 2005 e 130 milioni per il 2006).Nella finanziaria di quest’anno la questione viene affrontata con un impegno che dimostra una certa attenzione al problema ma che è ancora molto lontano ,lontanissimo dalle promesse fatte.In questo giorno in cui I media dedicheranno spazio alla più grande emergenza del nostro tempo ricordiamolo con forza che è inaccettabile che così tanta gente muoia di una malattia che oggi potrebbe essere prevenuta e curata (non esiste ancora un vaccino contro il virus dell’HIV ma esistono terapie che permettono di condurre una vita normale).Non possiamo lasciare che questo accada ma perchè cambi davvero qualcosa è necessario che i governi dei paesi più ricchi stringano accordi con quelli dei paesi che vivono questo dramma e con le multinazionali farmaceutiche.C’è bisogno di denaro e di organizzazione,l’organizzazione adesso esiste,il GLOBAL FUND è in grado di affrontare l’emergenza nei luoghi colpiti attraverso una rete di organizzazioni riconosciute ma c’è bisogno di denaro,di molitssimo denaro,che solo la POLITICA è in grado di mettere insieme,se esiste la volontà reale e se non ci si ferma solo ai propositi e alle promesse.Ogni giorno di ritardo del nostro paese nel versare il denaro promesso al FONDO GLOBALE ( l’Italia è stato tra I paesi che lo hanno voluto e creato!) significa migliaia di morti che si potevano evitare.
Qualcuno potrebbe chiedere “perchè”?”perchè ci dobbiamo pensare noi?se la vedano loro,è un problema loro,non voglio pagare altre tasse per le medicine in africa”.A quelle persone vorrei dire che queste manovre economiche non toglierebbeno nemmeno un soldo in più dalle loro tasche ma si inserirebbero in un piano di distribuzione delle risorse più moderno in cui la cosiddetta globalizzazione venga intesa anche dal punto di vista dei diritti più elementari come il diritto alla vita.
Non è questione di destra o sinistra,è una questione di giustizia.Giustizia è una parola grossa lo so,ma siamo esseri umani e ci meritiamo grandi parole grandi progetti e grandi idee per realizzarli.
 
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